14 Giu Vino. Vendemmia 2018: l’Italia si conferma primo produttore al mondo
La produzione enologica nazionale dovrebbe attestarsi a 49 milioni di ettolitri, con un recupero del 15% sulla scorsa annata, tra le più scarse di sempre.
Questi gli elementi principali emersi nel corso della conferenza stampa, organizzata presso il Mipaaft, con la partecipazione del Ministro Centinaio, nella quale sono stati presentati i risultati delle previsioni vendemmiali 2018. .
La stima, come di consueto, è sintesi di una forbice che va da un minimo di 48 milioni e un massimo di 50 milioni di ettolitri e che, se confermata, permetterebbe all’Italia di mantenere la leadership mondiale nonostante i notevoli incrementi produttivi stimati anche per Francia e Spagna. Le ultime stime transalpine, infatti, fermerebbero la produzione a 46,1 milioni di ettolitri, mentre in Spagna sembra attendibile un tetto di 43 milioni di ettolitri.
Dal punto di vista qualitativo, lo sviluppo dei vigneti, iniziato sotto i migliori auspici, è stato condizionato dal clima bizzarro che ha alternato gelate, piogge e umidità e che ha fortemente ridimensionato le attese più rosee di inizio anno. Il risultato finale comunque dipenderà come di consueto dal periodo immediatamente precedente la vendemmia, fondamentale per la maturazione delle uve e il raggiungimento del giusto sviluppo del grado zuccherino. È stato soprattutto il Sud ad aver registrato le maggiori criticità legate all’andamento meteo che ha reso faticosa la gestione del vigneto e influito sulle operazioni vendemmiali, soprattutto per le varietà rosse. In generale comunque, sull’intero territorio italiano, nella campagna in corso più che in altre annate, sarà la capacità del viticoltore e l’attenzione posta al monitoraggio e alla cura tempestiva dei vigneti a fare la differenza sul prodotto finale, in un finale di stagione che ha richiesto un numero più elevato di trattamenti rispetto alla media.
“L’incremento produttivo della campagna in corso è un’importante notizia per le cantine italiane e consentirà di recuperare gli effetti negativi derivati dalla forte riduzione registrata nel 2017, soprattutto sul fronte delle esportazioni – afferma il Direttore Generale dell’ISMEA Raffaele Borriello – La minore disponibilità di prodotto dell’anno passato, associata ad un aumento consistente dei prezzi, ha determinato infatti nei primi 5 mesi del 2018 una riduzione del 10% dei volumi di vino esportati in tutto il mondo. Di rilievo il calo di prodotto italiano importato dalla Germania e dal Regno Unito e la conferma, a meno di clamorose sorprese, del sorpasso da parte della Francia nel mercato statunitense. Riteniamo comunque che l’incremento di produzione del 2018 avrà un effetto positivo sulla ripresa delle esportazioni italiane nei mercati internazionali, con la prospettiva di superare la soglia dei 6 miliardi di euro a fine anno.”