14 Giu Ministro Centinaio sulle iniziative di promozione del settore vitivinicolo
Le nostre eccellenze enogastronomiche, oltre ad essere una rilevante risorsa economica per il Paese, rappresentano una straordinaria occasione per valorizzare il potenziale dei nostri territori sotto il profilo paesaggistico, storico-culturale e turistico, quale anello di congiunzione tra produzione agricola e territorio.
Il vino è sicuramente uno dei settori trainanti del nostro agrifood, sia a livello nazionale che internazionale e può essere davvero la leva per l’avvio di un processo di sviluppo dei territori, basato sulla diffusione di una conoscenza delle tipicità locali e sulla promozione di un’offerta turistica sistematica ed integrata.
In tale contesto, d’intesa con le Regioni, e con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti della filiera, lo scorso 12 marzo ho sottoscritto il Decreto sulle Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.
L’obiettivo è quello di creare un sistema che possa raccordare le diverse attrazioni turistiche intorno all’enogastronomia, favorendo un dialogo continuo e un coordinamento fra tutti i soggetti coinvolti, le Regioni da un lato, e la filiera produttiva dall’altro.
Si tratta di un grande successo, utile a dare fiducia al settore e fortemente strategico per l’economia del nostro Paese. Un passo avanti importante, atteso, e necessario per regolamentare il settore e promuovere il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo, soprattutto nelle aree interne e nelle zone a forte vocazione vitivinicola.
Il testo del decreto, che ha già superato il controllo preventivo di regolarità contabile, è attualmente al vaglio della Corte dei Conti per la prossima pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Tale progetto si pone anche l’obiettivo di promuove la conoscenza delle produzioni vitivinicole all’estero, al fine di attrarre la domanda turistica nelle aree interne e rurali del nostro Paese.
È certamente un primo passo per favorire processi di sviluppo economico e sociale anche in aree dove sussistono fenomeni di spopolamento e frammentazione aziendale, richiamando l’attenzione del turista sulle ricchezze di questi territori.
Mi preme inoltre rilevare che in tema di promozione vitivinicola il Ministero è impegnato all’attuazione dell’OCM vino di cui all’articolo 45 del Regolamento UE n. 1308 del 2013.
In base a tale noma e al Piano nazionale di sostegno del settore vitivinicolo sono erogati annualmente circa 100 milioni di euro di contributi per la realizzazione di iniziative di promozione del vino presso i mercati dei Paesi terzi, contributi che coprono i costi sostenuti dai beneficiari al 50%.
Le attività che possono ricevere il sostegno sono:
– Azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità;
– Partecipazione e manifestazioni, fiere ed esposizioni d’importanza internazionale;
– Campagne di informazione;
– Studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.
Preciso che al Ministero compete la gestione del 30% delle risorse sopra indicate, mediante l’emanazione di un avviso per la presentazione di progetti di promozione definiti “nazionali”, ossia di progetti di promozione di una pluralità di territori nazionali. Il restante 70% è gestito da Regioni e Province autonome ed è finalizzato al sostegno di progetti di promozione che riguardano la singola Regione.
Attualmente, la normativa di riferimento è rappresentata dal decreto ministeriale n. 60710 del 2017. Rilevo tuttavia che lo scorso 28 marzo la Conferenza Stato Regioni ha sancito l’intesa su uno schema di decreto ministeriale che abroga e sostituisce il citato decreto, avviando così l’iter per lo stanziamento di contributi per l’implementazione della misura di sostegno alla promozione dei prodotti vitivinicoli verso i Paesi terzi.
In tale contesto, la promozione ricopre un ruolo strategico e permette di consolidare la reputazione delle nostre aziende ambasciatrici del prodotto vitivinicolo quale eccellenza del “Made in Italy “ all’estero.